L'idea indistruttibile di scultura
di Corinna Conci
Testo tratto dal numero 105 di Espoarte Portfolio Issue

Ci si trova dentro un'idea indistruttibile, resistente oltre i cicli dell'umano. Accade questo quando si interagisce con le icone, interfacce affidatarie di concetti nati da artisti capaci. Nel suo percorso artistico iniziato negli anni '90, Enrico Iuliano ha costruito display diventati la sua cifra stilistica, disponendo volumi nello spazio come elementi di architettura. Erede di quell'arte torinese che ha fatto la storia, Iuliano porta avanti un prezioso lavoro personale costituito da oggetti in scala naturale o in misura modificata: pennini, fili di cotone, bilance, veicoli a motore, liquidi mossi dal suono, letti, si riferiscono a fasi che affrontano differenti nuclei tematici. La tensione che disegna elementi architettonici; la forza dell'arte che non può essere misurata; il viaggio attraverso il tempo e lo spazio; l'utilizzo di diversi elementi percettivi; il letto come contenitore di corpi non comunicanti tra loro; e ancora l'azione magica dello scrivere, diventano registri di un percorso che ora va a toccare nuovamente il suo inizio.
“L'arte di scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole” sosteneva Henri Bergson, e proprio in questo modo Enrico Iuliano ci accompagna oggi dentro l'idea di scultura. L'artista arriva a una fase più asciutta del suo lavoro, assorbendo i precedenti strumenti utilizzati. Questo passaggio è simboleggiato dall'opera “Tempo reale”(2017) che dà il titolo alla mostra del 2018 negli spazi di Riccardo Costantini Contemporary, dove si compie la transizione nel momento più essenziale della produzione dell'artista. Quest'opera ripulisce il passato attraverso le parole di Elena Pugliese “Passano tutti tutti Passa di tutto Tutto passa Passa tutto” disposte sul quadrante di un orologio con le lancette accelerate di un campanile. L'artista si riferisce al passare veloce del tempo e delle persone, al conseguente alleggerirsi verso l'indispensabile.
Anche se la prima traccia dell'ultimo ciclo di lavori compare nel 2016, in occasione della personale negli spazi del museo d'arte contemporanea Castello di Rivara a cura di Franz Paludetto, è solo due anni dopo che l'elemento mattone come idea di scultura si compie. Nel ciclo di opere “Un idea di scultura” il mattone viene indagato in quanto modellato, creato dalla cottura della creta impastata e così concepito già di per sé come un'idea di scultura.
Da Costantini l'elemento è trasformato in unità per comporre un linguaggio: inciso a crudo con una sola lettera oppure tagliato ad acqua a pressione per lasciare che la luce attraversi il volume, il mattone viene posizionato secondo regole dettate da metodi accurati. Il processo interno del lettore viene rappresentato dalla diversa distanza della disposizione, che ne designa la cadenza ritmica: man mano che ci si avvicina alla comprensione della frase, aumenta la vicinanza tra i mattoni. L'aspetto visivo figura il funzionamento delle facoltà mentali, che intuisce la frase già dalle prime lettere assimilandone immediatamente il significato. Ci si trova così, dentro un'idea indistruttibile.

Enrico Iuliano (Torino, 1968) incentra il suo lavoro sul valore e sulle possibilità espressive dell’atto comunicativo, ponendo in relazione costruzione plastica e ambiente nella ricerca di un equilibrio tra stabilità e dinamismo. Di particolare rilievo sono le personali tenutesi presso la Esso Gallery di NewYork (2001), la Galeria Almirante di Madrid (2004), la Ermanno Tedeschi Gallery di Torino (2006) e il Museo d'arte Contemporanea Castello di Rivara (2016). Attualmente collabora con la galleria Riccardo Costantini Contemporary di Torino.

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